IL SANTUARIO DELLA MADONNA DI VALLELUOGO SI TROVA TRA ARIANO IRPINO E MONTECALVO E SORGE NEL LUOGO IN CUI VI FU UN’APPARIZIONE DELLA MADONNA. NEL TARDO MEDIOEVO, INFATTI, LA TRADIZIONE VUOLE CHE VI SIA STATA L’APPARIZIONE AD UNA PASTORELLA SORDOMUTA, CHE FU GUARITA IMMEDIATAMENTE. LA MADONNA, PERÒ, CHIESE CHE IN QUEL LUOGO VENISSE EDIFICATA UNA CAPPELLA.
Grazie ad elargizioni private, la richiesta divina fu esaudita abbastanza presto, anche se non si ha evidenza della data esatta della prima costruzione.
Il sito è molto suggestivo, in piena campagna, con alberi secolari, nei pressi di un ruscello con un mulino ad acqua tuttora esistente e visitabile. La ragazza guarita, infatti, sembra che fosse proprio la figlia del mugnaio.
La cappella, poi successivamente ingrandita, sicuramente subì diversi danni a causa dei terremoti che si susseguirono tra la fine del XVII secolo ed il XX secolo, ma la chiesa custodisce ancora al suo interno una bella statua della Madonna risalente al XV secolo, invocata poi con l’appellativo di Salute degli Infermi.
Il nome originario dell’edificio era Sancta Maria belli loci poi trasformatosi in Santa Maria di Valleluogo. Il culto inizialmente era piuttosto diffuso in tutto il corso dell’anno, ma dal Novecento iniziò più che altro a concentrarsi nel periodo di Pentecoste. A metà del XX secolo, vicino al santuario, fu costruito un altro edificio destinato ad accogliere infermi e pellegrini. Tuttavia fu ceduto nel 1957 a Mons. Luigi Novarese dai precedenti proprietari, i fratelli Grassi, che a causa dell’età e non avendo discendenti, non potevano più occuparsi del santuario stesso.
Novarese era il fondatore di un’Associazione internazionale privata di fedeli, denominata i Silenziosi Operai della Croce. Essi mettevano in pratica il totale dono di sé e riconoscevano, nella sequela di Cristo crocifisso e risorto, la possibilità di vivere l’esperienza della sofferenza senza soccombere allo scoraggiamento, alla delusione o alla diserzione.
Il Santuario, quindi, prese il nome di Salus Infirmorum ovvero Salute degli Infermi e si iniziò a favorire l’assistenza sociale e sanitaria degli ammalati, accogliendoli e curandoli, e a svolgere esercizi spirituali. Nei due anni successivi furono avviati dei lavori di riparazione e di ampliamento. Solo tre anni dopo, nel 1960, ci fu il riconoscimento e l’approvazione del vescovo di Ariano Irpino e così, da quel momento, Valleluogo divenne la Casa madre dell’Associazione. La cerimonia fu svolta l’8 dicembre, festività dell’Immacolata, con la benedizione eucaristica degli ammalati secondo il cerimoniale di Lourdes, e la solenne Celebrazione fu presieduta da S.E. Mons. Pasquale Venezia.
Nel 1987 si iniziò un’altra costruzione per accontentare le esigenze sempre maggiori di fedeli interessati a svolgere esercizi spirituali, a cui tuttora la struttura è dedicata, unitamente alla funzione di Centro congressi. Questo Centro di Spiritualità è intitolato proprio al beato Mons. Luigi Novarese, e permette di vivere la spiritualità cristiana in una struttura adatta anche alle persone diversamente abili, dove si possa pregare ed incontrare Dio. La struttura ha circa settanta posti letto, una grande sala da pranzo, una cappella, un’aula magna, delle salette per colloqui, ed un giardino immerso nel verde e nella tranquillità.
Invece il primo edificio è rimasto un Centro di Riabilitazione psico-motoria convenzionata anche con la ASL. Una vera e propria èquipe di specialisti, neurologi, foniatri, fisiatri, psicologi, sociologi, si occupano degli utenti, garantendo il massimo della professionalità. Vi è un regime di semiconvitto che prevede attività interattive e di integrazione sociale, con supporto psicologico. Vi sono anche dei laboratori per la terapia occupazionale in cui vengono raggruppati ospiti con abilità comuni, per acquisire nuove competenze personali e sociali. Mons. Luigi Novarese, per la sua opera e le sue molteplici attività benefiche, morto il 20 luglio 1984, fu dichiarato “Venerabile” da papa Benedetto XVI nel 2010. Nel giugno dell’anno successivo, la commissione dei teologi dette parere favorevole sul presunto miracolo ottenuto da una signora di Vercelli, con l’intercessione di Novarese. A dicembre il papa firmò il decreto di beatificazione, riconoscendo il miracolo ottenuto per sua intercessione.
All’interno della chiesa, in occasione della settimana santa del 2012, furono collocati due quadri nelle nicchie laterali, uno raffigurante proprio Novarese, a destra, e l’altro, a sinistra, raffigurante il beato Giovanni Paolo II, papa che aveva sperimentato personalmente la sofferenza fisica.
Il Santuario è sempre stato meta di pellegrinaggi da parte dei fedeli, ma il giorno di Pentecoste si celebra la festa solenne e molti di coloro che vivono lontano, ritornano appositamente per partecipare a quella che sentono come una festa propria, per rinsaldare il rapporto con Dio, ma anche con parenti ed amici.
Ma Mons. Novarese aveva sempre espresso anche un altro sogno, cioè quello di ripristinare e valorizzare proprio il luogo dove la Madonna era apparsa, ovvero il mulino. Il passare del tempo e gli agenti atmosferici non ne avevano di certo favorito la conservazione ed esso versava in condizioni precarie. Purtroppo, Monsignore non riuscì a vederlo, ma nel 2000 il vescovo Gennaro Pascarella suggerì ed invitò a fare qualche intervento di recupero sull’antica struttura. Il Santuario di Valleluogo era stato inserito quale luogo giubilare per il grande Giubileo, e quindi quale migliore occasione per riportare alla luce questo antico mulino e restituirlo alla comunità e ai visitatori. E così, i pellegrini che si recarono in visita al Santuario, poterono nuovamente far riecheggiare il canto antico usato dai loro antenati: “Maria di Valleluogo, che alla mulina stai, venimmo da te con tanta fede e amore….Maria di Valleluogo tu penserai a noi”.
Come non ricordare, poi, sorella Angela Negri Arnoldi, costretta su di una sedia a rotelle ma che fece della sua infermità la sua missione. Fu una delle migliori collaboratrici di Mons. Novarese, lei nobile romana divenuta irpina per vocazione e missione. Aprì un asilo, poi un laboratorio di ricamo, taglio e cucito, addirittura una falegnameria, poi un laboratorio di ceramica. Si adoperò molto anche per i giovani e le giovani con disabilità senza mai risparmiarsi. Morì a 63 anni nel 1991 e a giugno di quest’anno le è stata anche dedicata una targa presso il Santuario. La proposta è stata avanzata da Gianluca Schiavone, studente dell’IISS Ruggero II di Ariano Irpino, nell’ambito del concorso scolastico “Ariano sulle vie della parità”, di cui è risultato vincitore. La proposta, valutata e accolta dalla Commissione per la toponomastica del Comune, ha portato all’apposizione della targa con una cerimonia tenutasi alla presenza del sindaco Enrico Franza e del vescovo S.E. Mons. Sergio Melillo.
Per informazioni sulle attività, è possibile contattare il Santuario al numero 0825 871417 o scrivere all’indirizzo mail: valleluogo@sodcvs.org