ISTITUITO CON DELIBERAZIONE DEL CONSIGLIO COMUNALE L’8 MARZO 2021, IL CONSIGLIO DELLE DONNE DEL COMUNE DI ARIANO IRPINO È UN ORGANISMO CHE MIRA A LAVORARE SULLA RAPPRESENTANZA FEMMINILE NELLE ISTITUZIONI E SULLA PROMOZIONE DELLA PARTECIPAZIONE FEMMINILE ALLE DECISIONI DELL’AMMINISTRAZIONE COMUNALE.
Ha lo scopo di sostenere le pari opportunità nel lavoro, promuovere interventi contro tutte le forme di esclusione e di violenza di genere, valorizzare la presenza e l’attività delle donne nella società e nelle istituzioni, anche attraverso una maggiore informazione e sensibilizzazione del mondo femminile.
In questa intervista abbiamo approfondito tali tematiche con Giusi Mirabile, Libera Professionista (Presidente del Consiglio delle Donne), Nina Grasso, Communication Executive (Membro del Comitato Comunicazione del CDD), Martina Cappuccini, IT Consultant (Membro del Direttivo e del Comitato Comunicazione del CDD), Valentina Pietrolà, Docente e Consigliera Comunale (Fondatrice e membro del Direttivo del Consiglio delle Donne), Grazia Vallone, Docente e Vicesindaca (Membro del Direttivo del Consiglio delle Conne), Raffaella Zecchino, Antropologa (Vice presidente del Consiglio delle Donne).
Partecipazione: parola chiave della realizzazione femminile nella società. Cultura, politica, lavoro, sociale. A che punto è la presenza femminile nei vari ambiti ad Ariano Irpino e nella nostra Irpinia? Abbiamo ancora bisogno di affidarci alle “quote rosa” per farci largo in tutti questi ambiti, quindi direi che la presenza femminile è ancora poca sia per motivi sociali sia per motivi culturali. Il Consiglio delle Donne dovrebbe aiutare nell’inserimento.
Quali sono le principali proposte del Consiglio per favorire la partecipazione delle donne alla vita amministrativa, politica, culturale di Ariano Irpino? In quale ambito sarà concentrata la sua azione in maniera più incisiva? Autonomamente con il Comune o attraverso le associazioni cerchiamo di lavorare su più ambiti: toponomastico, sportivo, inclusione immigrati, impoverimento sociale, esami medici gratuiti, eco-sostenibilità. Dall’8 Marzo è disponibile anche la nostra sede che sarà un punto di incontro e di realizzazione di diversi progetti ancora in stato embrionale. Inoltre siamo molto aperte a proposte che vengono dai singoli (nella nostra pagina FB ci sono tutte le informazioni necessarie per contattarci).
Cosa manca ad Ariano e in generale in Irpinia per la piena realizzazione femminile? Manca una rete sociale e culturale che dia più coraggio alle donne.
Donne e mondo del lavoro. Se il Consiglio avesse il potere di tradurre un’idea o una proposta, in grado di migliorare la vita delle donne, in un atto politico concreto, cosa farebbe? Il miglioramento della vita delle donne è possibile attraverso il miglioramento generale della vita. Il miglioramento misurabile è quello dell’ efficienza dei servizi e delle prestazioni a supporto degli individui di tutte le età perché il carico femminile è determinato dall’ occupazione principale della donna che è la quasi esclusiva gestione della cura.
In merito alla presenza femminile nel mondo del lavoro ad Ariano e in Irpinia, il Consiglio delle donne ha già una fotografia della situazione con dati, numeri, statistiche circa occupazione, gradimento della posizione lavorativa occupata, titoli di studio, aspettative, disagi, problemi? Il tasso di occupazione delle donne in provincia di Avellino è al 26% circa al fronte del 51% degli uomini. Il dato è indicativo della situazione. Le donne svolgono ancora lavori sottopagati e dal 2007, anno della crisi finanziaria e poi economica, molte sono entrate nel lavoro nero. Le opportunità lavorative sono ridotte e le libere professioni ancora proibitive e difficili da conciliare per il carico familiare.
Conciliazione dei tempi di vita e di lavoro: cosa pensa il Consiglio delle donne in merito? Cosa si può fare nel contesto irpino? Oltre a rispettare gli orari lavorativi come da contratto (cosa che dovrebbe essere fatta a prescindere dal genere) è necessario riequilibrare i salari e permettere alle donne le stesse possibilità di carriera che vengono date agli uomini. Inoltre in ambito familiare si potrebbero aprire asili nido nelle aziende.
Si fa spesso riferimento alla differenza salariale tra uomini e donne nel privato ma è in realtà una distorsione della situazione. Una azienda seria ovviamente applica il contratto collettivo nazionale ai suoi dipendenti. Il punto è che spesso lo stipendio delle donne resta al livello base per l’impossibilità di fare straordinari, trasferte o avanzamenti di carriera perché la cura dei figli, della famiglia, di eventuali genitori anziani ricade ancora troppo spesso solo sulle donne. Quali idee per migliorare la situazione? Politiche sociali, detassazione dello stipendio: se la voce del Consiglio delle donne di Ariano Irpino potesse arrivare al Governo, cosa chiederebbe? E per le donne di Ariano e per le irpine? E’ molto difficile rispondere brevemente a questo tipo di domande. Le idee e le azioni da intraprendere sono molte oltre ad agire in ambito sociale come stiamo cercando di fare noi con il Consiglio delle Donne bisognerebbe agire anche in ambito legale, economico: un’idea potrebbe essere quella di dimezzare la giornata lavorativa mantenendo lo stipendio minimo. Tra l’altro un’idea già applicata da Intesa Sanpaolo, la quale da gennaio ha proposto su base volontaria un nuovo modello di organizzazione del lavoro, con più smart working e la possibilità di lavorare 4 giorni a settimana, invece che 5. Aumentare il benessere di tutti in maniera equa può essere un buon punto di partenza per raggiungere benessere globale.
Imprenditoria, politica, istituzioni, cultura, sociale: quali sono le donne di Ariano e le irpine in generale che costituiscono per il Consiglio un modello da seguire e un esempio di piena emancipazione femminile? Negli ultimi due anni attraverso specifiche premiazioni abbiamo valorizzato e dato voce a molte donne che per noi potevano rappresentare un modello da seguire. Di seguito la foto dell’evento.
Una canzone, un quadro, una citazione per descrivere il mondo delle donne e lo spirito che animerà il Consiglio nella sua azione propositiva e inclusiva.
Una canzone: “Imparare ad essere una donna” di Fiorella Mannoia; un quadro: “Ritratto di adele Bloch-Bauer-I di Gustav Klimt; una citazione: “La bellezza di una donna non dipende dai vestiti che indossa né dall’aspetto che possiede o dal modo di pettinarsi. La bellezza di una donna si deve percepire dai suoi occhi, perché quella è la porta del suo cuore, il posto nel quale risiede l’amore.” Audrey Hepburn. Altra citazione: “…Le donne intelligenti prendono decisioni da sole, hanno desideri propri e mettono limiti…Una donna intelligente non si lascerà manipolare né ricattare. Lei si assume responsabilità. Le donne intelligenti mettono in discussione, analizzano, litigano, non si accontentano, avanzano. Quelle donne hanno avuto una vita prima di te e sanno che continueranno ad averne una volta che te ne sarai andato. Lei avvisa, non chiede il permesso…” Gabriel Garcia Marquez
Una filosofa, una artista, una scrittrice: nomi celebri dai quali trarre ispirazione? Nel nostro territorio come potrebbe replicarsi la loro idea geniale?
Sulle nostre pagine social, stiamo cercando di condividere storie di donne straordinarie.
“Innamorati di te, della vita e dopo di chi vuoi” – Frida Kahlo
“Ogni volta che mi dicono che non posso fare qualcosa, io sento di doverlo fare” – Billie Jean
“L’indifferenza è più colpevole della violenza stessa” – Liliana Segre
“ Riservati il diritto di pensare anche se hai torto, è meglio di non pensare affatto” – Ipazia di Alessandria
“Non dimenticate mai che basterà una crisi politica, economica o religiosa affinché i diritti delle donne siano messi in discussione. Questi diritti non sono mai acquisiti. Dovrete stare attente alla vostra vita” – Simone de Beauvoir
Meloni – Schlein: premier donna e segretaria di partito donna, due prime volte. Due donne che hanno sfondato il famoso ‘soffitto di cristallo’ . La fotografia irpina delle donne al vertice. Cosa manca? Se è vero che il soffitto di cristallo inizia a sgretolarsi a Roma, la barriera che esclude le donne dal rivestire incarichi politici e istituzionali è più resistente in Irpinia, dove registriamo la presenza di sole sei sindache rispetto a centodiciotto comuni. I dati ci restituiscono la fotografia di una provincia in cui il gap di rappresentanza femminile rispetto a quella maschile è enorme, un territorio in cui la scarsa presenza femminile ai vertici della politica è solo l’apice di una differenza tra i generi che dilaga in ogni ambito della nostra società, politico, lavorativo, sociale, culturale. Per quanto riguarda Ariano Irpino, il sindaco Enrico Franza sin dalla sua elezione nel 2020 ha dato un segnale fortissimo nella direzione di un reale cambiamento, inserendo molte donne nelle liste che lo sostenevano, attualmente nell’amministrazione Franza ci sono quattro donne consigliere comunali e ben tre assessore in giunta, andando ben oltre le quote rosa.
Ancora Meloni e Schlein. In riferimento alle loro diverse visioni politiche si è parlato di rappresentanza femminile e rappresentanza femminista. Ha ancora senso oggi parlare di femminismo duro e puro? Di rivendicazioni e inclusione senza parlare di professionalità e competenze delle donne? Intanto, è importante sottolineare che cosa non è il femminismo. Il femminismo non lotta per rendere le donne più potenti degli uomini e neppure sostiene e alimenta sentimenti d’odio verso gli uomini. Non rappresenta neppure un “movimento politico” che incoraggia le donne ad abbandonare figli, famiglia, mariti e a diventare lesbiche! Le femministe moderne, ovviamente, hanno concezioni diverse del concetto di femminismo. C’è, per esempio, una famosa teorica contemporanea, attivista e specializzata in studi di genere, la cui opera è illuminante proprio per chi continua ad essere confuso rispetto al termine “femminismo”. Bell Hooks, nel suo libro, “Il femminismo per tutti”, definisce quest’ultimo come un movimento che ha lo scopo di porre fine al sessismo, allo sfruttamento e all’oppressione sessista. Ngozi Adichie, un’autrice di origini nigeriane, con un linguaggio molto forte e con un’idea di femminismo più politica spiega che una persona femminista è una persona che crede nell’uguaglianza sociale, politica ed economica tra i sessi. La definizione che, dal mio punto di vista, rende maggiormente l’idea di cosa oggi sia il femminismo, è quella di Flavia Dzodan: “il mio femminismo sarà intersezionale oppure sarà una stronzata”. Perché, al di là della semplice uguaglianza di genere sottolineato dalle precedenti attiviste, il femminismo intersezionale della Dzodan (come di molte altre) include molti altri problemi che le donne devono affrontare. Il potere del termine “intersezionale” sta proprio nel fatto che esso rende visibile i molteplici strati di oppressione (genere, classe, razza, religione, disabilità, orientamento sessuale) e i molteplici sottogruppi discriminati. L’intersezionalità deve essere il denominatore comune di qualsiasi lotta.
“Il corpo è mio e lo gestisco io”, famoso slogan femminista che rivendicava il diritto delle donne di decidere del proprio corpo, della propria sessualità, del diritto di mettere o non mettere dei figli al mondo. E’ valido ancora oggi? Le donne arianesi e irpine hanno consapevolezza dei propri diritti? Riescono a far valere le proprie decisioni? Ricevono supporto? Siamo continuamente bersagliate da critiche sia da parte degli uomini che delle donne stesse. E purtroppo ad Ariano sono ancora ben radicati alcuni preconcetti che rallentano di molto il raggiungimento di una certa consapevolezza.
Si parla spesso di aborto come di un diritto negato, con riferimento ai medici obiettori. Le donne irpine come vedono la questione? Il Consiglio ha già preso visione della situazione arianese e irpina in generale? Purtroppo non abbiamo molti dati in merito alla situazione arianese quindi è un tema che non abbiamo ancora approfondito ma possiamo sicuramente dire che la libertà di scegliere è un è un qualcosa che non può essere negato a nessuno.
IL CONSIGLIO DELLE DONNE DI ARIANO SECONDO IL SINDACO ENRICO FRANZA
“Il Consiglio delle donne avrà un ruolo importante, direi quasi determinante rispetto all’idea di femminismo. Avrà il compito di tentare di emancipare il nostro contesto sociale da una serie di stereotipi di una società ancora sostanzialmente patriarcale e maschilista. La prima battaglia che dovrà ingaggiare sarà quella per il cambiamento del linguaggio, in molti casi ancora molto maschilista e discriminatorio. Il Consiglio delle donne sarà impegnato in un femminismo fatto di iniziative, di progettualità e sensibilizzazione, che garantirà sempre i riflettori dell’amministrazione pubblica puntati su tematiche così importanti. Tutto questo, però, senza sconfinare nella retorica.”