Scova i compaesani espatriati e li riporta a Montemiletto
Come uno speleologo si cala nelle profondità degli archivi dell’anagrafe comunale di Montemiletto per riportare in superficie i fili genealogici da riannodare. E quasi sempre riesce nel suo intento. Da trent’anni è anche la sua principale passione. Gaetano Petrillo oggi di anni ne ha quarantasette e dall’età di diciassette anni si è fatto carico di trovare o ritrovare i suoi compaesani espatriati agli inizi dello scorso secolo. Finora ha portato in paese tanti di quegli emigrati di seconda generazione da aver perso il conto. Al fenomeno della ‘restanza’ si affianca, già da qualche tempo, quello del ritorno alle origini. Qualcuno lo chiama, non a caso, turismo delle radici, della nostalgia. E Gaetano ne è stato un precursore. Da tre decenni si occupa di ricostruire gli alberi genealogici che hanno ramificato altrove, fuori dai confini nazionali e dal cono d’ombra dei campanili e del castello della Leonessa.
Le storie malinconiche di chi purtroppo vive lontano da Montemiletto sono diventate una ragione vitale per Gaetano, e pure una professione. Gli ultimi ritornati al paese natale di nonni e bisnonni sono Patrick Musto e i coniugi Richard e Marie Ragno che vivono nel Minnesota. “L’elenco è assai lungo – esordisce Gaetano Petrillo, da anni fa la spola con gli aeroporti di Roma e Napoli per prendere e poi accompagnare i compaesani che vengono in visita a Montemiletto-. Aiuto a realizzare un sogno, un desiderio, quello di ammirare i luoghi dove sono nati gli antenati dei nostri emigrati”. Richard e Marie Ragno sono stati accolti con gli onori che meritano dal sindaco Massimiliano Minichiello. Patrick Musto ha invece voluto toccare con mano il registro dell’anagrafe dove a penna sono trascritti i nomi e i dati dei suoi avi montemilettesi. Gli occhi si bagnano di lacrime, la voce si incrina mentre le dita sfogliano quelle pagine ingiallite. Lì, in quel faldone, c’è la storia della sua famiglia. E la storia di buona parte della comunità partita per le Americhe ai primi del Novecento. In quell’archivio c’è l’anima del paese, la piccola patria, il luogo del cuore e dei ricordi ascoltati da bambino. Patrick come Richard e Marie piangono lacrime di gioia perché hanno vissuto realmente i racconti della loro infanzia vissuta oltreoceano. E Gaetano è l’artefice di questa magia. E’ lui che prova a riportare a Montemiletto chi è nato e cresciuto a migliaia di chilometri da qui.
“Una casa che si svuota, e così un paese, rappresenta, purtroppo, la fine di tutto – ha aggiunto Gaetano Petrillo-. Io provo, molto umilmente e senza farmi illusioni, a riaprire quella casa, e a ripopolare quel paese, anche per un giorno solo”. Pertanto Gaetano non si arrende, e continua a scavare a ricercare tra le pagine dei registri anagrafici per riportare alla luce storie di vita vera. E a realizzare infine i sogni dei paesani ‘spatriati’ di rimettere piede a Montemiletto e respirare quell’aria frizzante e salubre.
Il sogno più complicato da attuare resta quello del ripopolamento dei borghi svuotati nei decenni dalle migrazioni.