lunedì,16 Settembre 2024

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NUSCO: VIAGGIO TRA STORIA, ARTE E TRADIZIONI

Percorrendo la statale 428, ci si addentra in un territorio dove la natura assume un fascino misterioso ed austero. I colori si alternano con il mutare delle stagioni, e ogni cosa, nonostante il manto stradale asfaltato, sembra immutata, immobile. È qui che si trova Nusco, un borgo arroccato tra i monti Picentini, scrigno di storia, arte e tradizioni millenarie.

Nusco è stata percorsa da illustri personaggi come Mario Soldati e Dino De Laurentis. Un itinerario ideale per scoprire il paese è quello che, partendo dal Centro di documentazione sulla poesia del Sud, ci conduce attraverso il cuore del borgo antico.

Fondato da Giuseppe Iuliano e Paese Saggese, il Centro si propone di valorizzare la produzione poetica meridionale, inserendola nel panorama letterario italiano, europeo e mediterraneo. La rivista “Poesia meridiana”, le antologie poetiche e le storie letterarie curate dal Centro testimoniano l’impegno nella promozione della poesia del Sud come espressione di un’identità culturale unica.

La tappa imperdibile di un tour a Nusco è la Cattedrale di Sant’Amato. La sua imponente facciata in stile composito, il pulpito in legno dorato del Seicento, i mausolei dei vescovi e le preziose tele di Andrea D’Asti e Michele Foschini raccontano una storia ricca di fede e arte.

Cattedrale di S. Amato
Cattedrale di S. Amato

Scendendo nella cripta romanica della Cattedrale, ci si trova di fronte alla statua di Sant’Amato, primo vescovo di Nusco. La sua figura è legata alla nascita del paese, che assunse il nome di Civitas e vide la costruzione della cattedrale e di una cappella in onore di Papa Leone IX. Amato fu un instancabile evangelizzatore e si adoperò per la costruzione di chiese a Bagnoli Irpino, Cassano Irpino e sul Laceno.

Passeggiando per Corso Umberto I, l’antica arteria del paese, si rimane incantati dai piccoli e suggestivi vicoli, dai portali, dagli stemmi nobiliari, dai balconi in ferro battuto e dai palazzi signorili. Tra questi, spiccano quelli delle famiglie Ebreo, Astrominica, Meluziis, della Saponara e Natale, che hanno contribuito a delineare il volto di Nusco.

Dalle rovine del castello longobardo si gode un panorama mozzafiato. Tra le sue mura trovarono rifugio Guglielmo, ultimo sovrano di Puglia, e il re Manfredi. Il castello, edificato intorno al IX secolo, fu feudo di diverse famiglie nobili e nel 1833 passò al comune di Nusco. Passeggiando tra i vicoli di Nusco, si ha la piacevole sorpresa di imbattersi in antichi mestieri che qui ancora sopravvivono. Il calzolaio che ripara scarpe con la maestria di un tempo, l’artigiano del legno che crea opere d’arte: testimonianze vive di un patrimonio culturale da custodire. Mentre il sole cala sull’Alta Irpinia, un velo di nostalgia avvolge il cuore. Nusco, con i suoi panorami, la sua aria salubre, la sua arte, la sua cultura e l’ospitalità dei suoi abitanti, ha regalato un’esperienza indimenticabile. Un luogo da custodire gelosamente e da far conoscere al mondo. E chi sa, magari un giorno, con un cielo terso, riusciremo anche a scorgere il Matese dal balcone d’Irpinia.

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