NEGLI ULTIMI ANNI GLI AVVISTAMENTI DI LUPI IN IRPINIA SONO SEMPRE PIÙ NUMEROSI, MA QUANTI SONO I LUPI? SONO DAVVERO UN PERICOLO? O LO SIAMO PIUTTOSTO NOI PER LORO?
Mario Kalby da oltre 40 anni monitora la fauna selvatica in Campania, specie rare e in via di estinzione. Segue il Lupo fin dagli anni ’70, quando collaborò all’Operazione San Francesco promossa da Franco Tassi tra il 1976 e il 1978 censendo in circa 20 esemplari i lupi in Campania, con nuclei riproduttivi sui monti Picentini e sul monte Marzano.

Cosa è accaduto al Lupo dagli anni ‘70?
Il lupo, estinto alla fine del XIX secolo sulle Alpi, si era ridotto a 100 esemplari nell’Appennino centro-meridionale, rischiando l’estinzione; era incluso tra le specie nocive, quindi si poteva cacciare. Tassi riuscì a far includere il Lupo tra le specie particolarmente protette, ottenendo anche il rimborso degli Enti pubblici per i danni al bestiame domestico. Con la Legge 394/91 che istituiva Parchi e Riserve naturali aumentarono i territori dove la fauna selvatica era tutelata. L’aumento incontrollato del Cinghiale per i dissennati ripopolamenti venatori e la reintroduzione di Cervo e Capriolo hanno consentito al Lupo di ritrovare il suo ecosistema naturale; siamo passati da 100 a circa 3.307 calcolati con il I monitoraggio nazionale sul Lupo coordinato dall’ISPRA nel 2020/21.
In Campania il Lupo ha ormai riconquistato tutte le aree dove era storicamente presente, Picentini, Marzano-Eremita, Cilento e Matese, ripercorrendo anche storici corridoi ecologici che collegano i massicci montuosi campani e le aree limitrofe di Molise, Puglia e Basilicata.
Quindi le occasioni di incontro aumentano… nel caso cosa fare?
I Lupi evitano di avere rapporti con le persone, che però li cercano per diversi scopi: caccia, bracconaggio, protezione degli animali domestici che frequentano boschi o pascoli. Anche il turismo naturalistico disturba la fauna selvatica nelle aree dove le specie si riproducono, creando alterazioni nei ritmi naturali.
Il Lupo ha una scarsa attività diurna e concentra le sue attività in ore notturne; si accorge della nostra presenza molto prima che noi della sua, quindi la sua reazione è allontanarsi o nascondersi alla nostra vista. Se comunque li incrociamo a poca distanza non dobbiamo mai agitarci, mai parlare ad alta voce, gesticolare o peggio correre; restiamo sempre calmi, incominciamo ad allontanarci dall’animale con passo normale nella direzione opposta, anche se il primo ad allontanarsi da noi sarà proprio il Lupo.

Cosa propongono le istituzioni per i danni agli allevatori?
In Italia è sempre molto lento e complicato ottenere indennizzi per le predazioni sul bestiame, con rimborsi parziali rispetto al danno subito e gli Enti non aiutano gli allevatori, ad es. scarsi incentivi per l’acquisto di recinzioni anti lupo e cani pastore. Questo genera rabbia e le persone cercano di farsi giustizia uccidendo con vari mezzi (armi da fuoco, trappole, veleni) i presunti responsabili delle uccisioni: i lupi.
Insomma viene voglia di gridare al lupo al lupo!
È in atto una campagna di allarmismi ingiustificati nei confronti del Lupo a livello europeo e italiano, soprattutto in territori impreparati, dove era scomparso da più di un secolo, per riaprire la caccia a questa specie. La richiesta all’UE e ai Governi è sempre la stessa, poter abbattere un certo numero di esemplari calcolati in base a non si sa quale censimento. Ci si aggrappa a una ingiustificata sensazione di pericolo per le persone, con presunti assalti di lupi pubblicati sui social, che dopo una attenta analisi risultano sempre inventati o da attribuire a cani, così come per il danno economico per le predazioni sugli animali domestici.