sabato,12 Aprile 2025

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AL LUPO, AL LUPO!

NEGLI ULTIMI ANNI GLI AVVISTAMENTI DI LUPI IN IRPINIA SONO SEMPRE PIÙ NUMEROSI, MA QUANTI SONO I LUPI? SONO DAVVERO UN PERICOLO? O LO SIAMO PIUTTOSTO NOI PER LORO?

Mario Kalby da oltre 40 anni monitora la fauna selvatica in Campania, specie rare e in via di estinzione. Segue il Lupo fin dagli anni ’70, quando collaborò all’Operazione San Francesco promossa da Franco Tassi tra il 1976 e il 1978 censendo in circa 20 esemplari i lupi in Campania, con nuclei riproduttivi sui monti Picentini e sul monte Marzano.

PH. MICHELE PROCIDA

Cosa è accaduto al Lupo dagli anni ‘70?
Il lupo, estinto alla fine del XIX secolo sulle Alpi, si era ridotto a 100 esemplari nell’Appennino centro-meridionale, rischiando l’estinzione; era incluso tra le specie nocive, quindi si poteva cacciare. Tassi riuscì a far includere il Lupo tra le specie particolarmente protette, ottenendo anche il rimborso degli Enti pubblici per i danni al bestiame domestico. Con la Legge 394/91 che istituiva Parchi e Riserve naturali aumentarono i territori dove la fauna selvatica era tutelata. L’aumento incontrollato del Cinghiale per i dissennati ripopolamenti venatori e la reintroduzione di Cervo e Capriolo hanno consentito al Lupo di ritrovare il suo ecosistema naturale; siamo passati da 100 a circa 3.307 calcolati con il I monitoraggio nazionale sul Lupo coordinato dall’ISPRA nel 2020/21.
In Campania il Lupo ha ormai riconquistato tutte le aree dove era storicamente presente, Picentini, Marzano-Eremita, Cilento e Matese, ripercorrendo anche storici corridoi ecologici che collegano i massicci montuosi campani e le aree limitrofe di Molise, Puglia e Basilicata.

Quindi le occasioni di incontro aumentano… nel caso cosa fare?
I Lupi evitano di avere rapporti con le persone, che però li cercano per diversi scopi: caccia, bracconaggio, protezione degli animali domestici che frequentano boschi o pascoli. Anche il turismo naturalistico disturba la fauna selvatica nelle aree dove le specie si riproducono, creando alterazioni nei ritmi naturali.
Il Lupo ha una scarsa attività diurna e concentra le sue attività in ore notturne; si accorge della nostra presenza molto prima che noi della sua, quindi la sua reazione è allontanarsi o nascondersi alla nostra vista. Se comunque li incrociamo a poca distanza non dobbiamo mai agitarci, mai parlare ad alta voce, gesticolare o peggio correre; restiamo sempre calmi, incominciamo ad allontanarci dall’animale con passo normale nella direzione opposta, anche se il primo ad allontanarsi da noi sarà proprio il Lupo.

PH. MICHELE PROCIDA

Cosa propongono le istituzioni per i danni agli allevatori?
In Italia è sempre molto lento e complicato ottenere indennizzi per le predazioni sul bestiame, con rimborsi parziali rispetto al danno subito e gli Enti non aiutano gli allevatori, ad es. scarsi incentivi per l’acquisto di recinzioni anti lupo e cani pastore. Questo genera rabbia e le persone cercano di farsi giustizia uccidendo con vari mezzi (armi da fuoco, trappole, veleni) i presunti responsabili delle uccisioni: i lupi.

Insomma viene voglia di gridare al lupo al lupo!
È in atto una campagna di allarmismi ingiustificati nei confronti del Lupo a livello europeo e italiano, soprattutto in territori impreparati, dove era scomparso da più di un secolo, per riaprire la caccia a questa specie. La richiesta all’UE e ai Governi è sempre la stessa, poter abbattere un certo numero di esemplari calcolati in base a non si sa quale censimento. Ci si aggrappa a una ingiustificata sensazione di pericolo per le persone, con presunti assalti di lupi pubblicati sui social, che dopo una attenta analisi risultano sempre inventati o da attribuire a cani, così come per il danno economico per le predazioni sugli animali domestici.

 

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