domenica,22 Dicembre 2024

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MARGHERITA CANDIA UNA VITA PER LA PACE

La giovane in odore di santità era originaria della provincia di Avellino

A CENTO ANNI DALLA SUA NASCITA, IL SUO BIOGRAFO RICOSTRUISCE LA STORIA DELLA RAGAZZA CHE HA OFFERTO LA VITA PER FERMARE LA GUERRA

Chi era Margherita Candia? Ricostruire i suoi tratti, la sua personalità e la sua origine avellinese comporta un viaggio affascinante tra foto ingiallite.

Giovanni Russo, agiografo, esperto di tradizioni popolari ed autore del libro ‘Margherita Candia. Una vita per la pace’.

«E’ nato tutto dal ritrovamento casuale di una immaginetta della giovane prima da parte di una giornalista del sito Santi e Beati, che voleva raccontare la storia di questa ragazza e, poi, mesi dopo, la stessa immaginetta l’ho trovata in un libro, ad Afragola, presso la Biblioteca del Santuario di Sant’Antonio. Ho interpretato quei fatti come un segno da parte di Margherita, voleva che si parlasse della sua vicenda e che si ritrovasse il suo corpo, spostato in un altro loculo diversi anni dopo la morte», spiega Giovanni Russo, agiografo, esperto di tradizioni popolari ed autore del libro ‘Margherita Candia. Una vita per la pace’. 

 

Russo era stato già voce narrante di un servizio giornalistico pubblicato qualche anno fa dal settimanale Maria con te, che aveva ricostruito la storia di Margherita Candia. Esempio di bellezza e santità per i giovani e vittima d’amore per la pace nel mondo e nelle famiglie. Sono queste le definizioni più utilizzate per restituire alla curiosità di chi legge oggi, un ritratto della ragazza, nata ad Afragola, in provincia di Napoli, nel lontano 1924, il 24 agosto. A dispetto delle foto sbiadite, ciò che emerge di Margherita Candia, nell’anno del centenario della sua nascita, è la luminosa devozione mariana che ha caratterizzato la sua breve esistenza. La giovane morirà a soli 17 anni in un istituto scolastico religioso a Vico Equense. L’amore per la Madre di Gesù fu sublimato dalla scelta di affidare alla Vergine il sacrificio estremo, ovvero offrire la propria giovane vita, per la fine della guerra.

Spiega Russo: «Margherita era nata ad Afragola ma le sue origini familiari la collegano alla provincia di Avellino, nello specifico il paese era Taurano. Il suo bisnonno, Francesco Antonio Polidoro fu sindaco del paese e ricostruì il convento francescano presente a Taurano.  Il nonno di Margherita, Luigi Candia, che aveva sposato Margherita Polidoro, si trasferì da Napoli a Taurano per stare vicino ai suoceri, molto anziani e malati. Luigi Candia fu poi, come suo suocero, sindaco di Taurano. Tanti documenti risalenti a fine ‘800 legano le origini di questa giovane, in odore di santità, all’Irpinia. Numerosi gli aneddoti curiosi legati alla sua famiglia. Si racconta, ad esempio, che un sacerdote disonesto del paese ebbe uno scontro con Luigi Candia, perché il nonno di Margherita e sindaco del paese voleva licenziarlo dalla scuola del paese, dopo aver scoperto condotte immorali». C’è anche un altro dettaglio relativo alla famiglia di Margherita, continua Russo: «Tra i parenti di Margherita si annovera anche uno dei medici che al Gemelli ha avuto in cura Papa Giovanni Paolo II». 

 

 

Chi era, dunque, Margherita Candia? «Presentare i tratti fisici e caratteriali di Margherita non è semplice. Figlia di Nicola e Maria Ciaramella, Margherita nacque ad Afragola in una famiglia di profondi sentimenti religiosi. Iniziò la scuola dell’infanzia dalla signora Rosa Russo, dalla quale, trattenendosi tutto il giorno, apprese le nozioni primarie, poi, all’età di sei anni, andò alla scuola delle suore Compassioniste Serve di Maria, fondate dalla beata Maria Maddalena Starace, dove fu aiutata a perfezionare i sentimenti religiosi, già fortemente inculcati dai genitori. La piccola ricevette la prima comunione in un giorno dedicato alla Vergine, la festa della Beata Vergine Maria Aiuto dei cristiani, il 24 maggio 1933. L’amore per la Madonna fu qualcosa di estremamente naturale nella vita di Margherita; la devozione si alimentò in famiglia grazie alla recita quotidiana del rosario e grazie al sentimento di riconoscenza della mamma, che era stata miracolata dalla Madonna di Pompei. La madre di Margherita si chiamava Maria Rosaria Pompei, proprio come atto di devozione nei confronti della Vergine. Questo grande amore per la Madonna era stato trasmesso alla figlia. A partire dal 1937, gli studi di Margherita proseguiranno a Vico Equense, presso l’istituto della Santissima Trinità e Paradiso, gestito dalle suore dell’Immacolata di Ivrea.».

Della profonda devozione per Maria, Margherita ha lasciato una traccia significativa rinvenuta in diverse lettere, come ci conferma Giovanni Russo. «In diversi scritti Margherita racconta delle grazie chieste alla Madonna per i suoi amici, i parenti e per quanti si affidavano alle sue preghiere. La ragazza amava rivolgersi a Maria con la preghiera del rosario e con novene per ottenere guarigioni e grazie spirituali; novene che, poi, ripeteva per ringraziare la Madonna per i favori accordati». Ecco il momento centrale della vicenda umana di questa giovane donna: Margherita affidò alla Madonna il sacrificio della sua vita per far terminare la guerra e salvare i soldati. Spiega Russo: «All’inizio del 1942, Margherita andò con le suore dell’Immacolata di Ivrea di Vico Equense a Napoli in visita all’ospedale militare, l’attuale Cardarelli, per portare conforto ai soldati ricoverati. La giovane si avvicinò ad un soldato e si accorse che non aveva né braccia né gambe. Rimase sconvolta e per cercare di confortarlo, gli donò la medaglia dell’Immacolata che portava al collo. Da quel momento cominciò a pensare cosa potesse fare affinché finisse la guerra. Prima pensò di farsi suora e offrirsi agli altri attraverso questo servizio, poi, rientrata a casa per le feste pasquali, sentì dire, da una parente, che un sacerdote riteneva fondamentale il sacrificio di giovani donne, vergini, per la fine del conflitto. Margherita subito si offrì e fece voto, prima in famiglia e poi pubblicamente presso il santuario della Madonna di Pompei. Il 10 maggio del 1942 andò in pellegrinaggio in questo luogo mariano tanto caro alla storia della sua mamma e della sua famiglia e in chiesa, pubblicamente, espresse la volontà di offrire la propria vita, riponendo questo voto solenne nelle mani della Vergine di Pompei. Il 25 maggio Margherita improvvisamente morì a Vico Equense, nell’istituto di suore dove viveva e studiava». 

Per informazioni, immaginette, o per richiedere una copia del libro: comitatomargheritacandia@gmail.com oppure rivolgersi al santuario di Sant’Antonio di Afragola.

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