sabato,1 Febbraio 2025

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ITALO PETRILLO PRODUTTORE DI ZAFFERANO DA RECORD

Quella che volge al termine è stata un’annata da record per la produzione di zafferano nella tenuta Petrillo, a Montaperto, nelle campagne attorno al centro abitato di Montemiletto.

E’ stato sfiorato il mezzo chilo. E per produttori e intenditori non è certo roba da poco.

In botanica è chiamato ‘crocus sativus’, volgarmente è lo zafferano, per Italo Petrillo è invece una scommessa vinta. Il professionista convertito da alcuni anni alla coltura dello zafferano per curiosità è oggi un pioniere della spezia assai impiegata in campo farmaceutico e culinario. Una spezia pregiata come l’oro. La sperimentazione della nuova coltivazione di bulbi è diventata subito una passione totalizzante per Italo Petrillo e la sua famiglia. Sono tutti coinvolti anche nella lavorazione dello zafferano.

L’Irpinia non è più, e non è solo, terra di vini olio castagne e nocciole. Da qualche tempo è pure terra di colture alternative e sperimentali, di eccellenze agroalimentari su scala ridotta ma comunque proficua per chi come Italo Petrillo ha deciso di imbarcarsi in questa nuova e allettante avventura imprenditoriale. Una sfida che sta dando buoni frutti, e risultati concreti. La resa infatti è quanto mai florida. “In Italia – ha spiegato il professionista di Montemiletto mostrando con fierezza i frutti di un raccolto generoso, di una stagione benedetta- ci sono solo pochi e piccoli appezzamenti di zafferano. Io sono riuscito a coltivare circa tremila metri quadrati tra vivaio e produzione a cielo aperto”. Lo zafferano per attecchire, e fiorire, ha bisogno di un microclima particolare. Da quasi dieci anni Italo Petrillo ha trasformato la tenuta familiare in campo sperimentale di zafferano coltivato anche in serra ( è il primo in assoluto in Italia ). E al caso è stata di recente dedicata anche una tesi di laurea, la prima del genere in Campania, a cura della dottoressa Flavia Serrone, discussa presso la Facoltà di Agraria di Salerno. La produzione di crocus sativus irpino, nella fattispecie quello di Italo Petrillo, è oggetto di studio scientifico e accademico. Un altro eccellente risultato incassato dal professionista che mai immaginava di raggiungere un traguardo produttivo tanto importante. “Senza dubbio è una buona annata – ha esclamato ancora Petrillo-, quella record però risale a due anni fa. Quello è stato il miglior raccolto in Campania”.

Un’altra soddisfazione per la tenuta Petrillo ormai votata alla produzione dei bulbi. E pensare che qualche anno addietro era stato scoraggiato a intraprendere questo percorso produttivo, ma nonostante tutto non ha mai ceduto alle sirene del malaugurio, anzi.

E’ stato coriaceo Italo Petrillo, e oggi raccoglie i risultati di quella determinazione imprenditoriale avventuriera per quei tempi. Intanto continua la sperimentazione nei campo di famiglia in collaborazione con la Facoltà di Scienze dell’Alimentazione della Federico II con quella di Salerno e con l’ateneo de L’Aquila. Fondamentale poi è il rapporto intessuto con l’industria farmaceutica ‘Hortus Novus’di Genova che produce integratori a base di zafferano per la cura della maculopatia, patologia oculistica che se curata male può causare la cecità. “Si produce soprattutto per le case farmaceutiche – ha asserito sempre Italo Petrillo -. Le potenzialità organolettiche antiossidanti e terapeutiche dello zafferano sono enormi, ma ancora poco note. Viene impiegato pure la cura delle malattie neurovegetative”.

La polvere magica, venduta a peso d’oro, viene ricavata dagli stigmi del fiore della pianta erbacea. La produzione richiede una cura particolare, a partire dalla coltivazione dei campi. Il riposo del campo è finalizzato a ottenere un raccolto proficuo. Raccolto che varia appunto a seconda delle annate e delle condizioni climatiche. Italo Petrillo è un esperto del settore, e punta a diffondere la coltivazione dello zafferano in Irpinia. Una coltura alternativa a quelle tradizionali e tipiche del territorio. “Ho girato tanto, e mi sono documentato – ha infine ammesso il professionista di Montaperto – prima di avviare il raccolto. C’è però ancora molta diffidenza verso le novità in campo agricolo. Bisogna invece liberarsi dei pregiudizi, e osare, sperimentare proprio come ho fatto io”. I frutti verranno da sé.

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