domenica,22 Dicembre 2024

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GIANNINO CICCONE IL RABDOMANTE DELLA MEMORIA PAESANA

Sostiene Giannino Ciccone, rabdomante della memoria paesana, che anche l’oggetto più povero, e in apparenza insignificante, ha una storia e un’anima. Lui ci crede a tal punto da aver trasformato la sua casa, nel cuore di Villanova del Battista, in un vero e proprio museo antropologico e contadino. E qui da qualche anno accoglie comitive di curiosi, appassionati del genere e turisti domenicali.

Discendente di una delle più importanti famiglie del borgo Giannino apre le porte del suo palazzo ad amici e visitatori che si spingono fin quassù ad ammirare la bellezza mozzafiato del paesaggio e le bellezze raccolte e custodite nel corso degli anni. Da qualche tempo è diventato pure ‘cicerone’: guida i gruppi alla scoperta degli scorci paesani e delle meraviglie della sua sconfinata collezione. Tra i cimeli esposti nel museo della memoria, in casa Ciccone, ci sono persino due reliquie autentiche di San Pio da Pietrelcina.

Si tratta di un ciuffo di capelli del frate con le stimmate e di uno scampolo di un indumento indossato dal santo sannita amato e conosciuto in tutto il mondo.

Giannino va fiero dei reperti catalogati e riuniti nel suo palazzo dove è stata ricavata anche una cappella privata.
“Amo Villanova – ha esclamato Giannino-, e amo conservare la memoria, compresa quella degli oggetti semplici di uso comune, oggetti in dotazione a persone umili che pure hanno fatto la storia delle nostre contrade. Penso che così i nostri centri possono rivivere”. Ha talmente tanto materiale che la sua casa-museo trabocca. E non ha quasi più spazio. Eppure continua a raccogliere catalogare collezionare pezzi esclusivi e di altre epoche. Tra i ricordi di una vita passata in giro per i borghi della Valle Ufita e dell’arianese fino ai confini con la Valle del Cervaro e quella del Miscano Giannino Ciccone ne conserva uno speciale. “Due anziane sorelle, mie compaesane – precisa subito il custode della memoria di Villanova de Battista-, spesso vengono a casa per rivedere le scarpe indossate dalla loro madre. E’ un’emozione indescrivibile ogni qualvolta vengono da me e vanno via con gli occhi umidi di pianto”. Ecco l’effetto che il museo della memoria provoca a quanti lo visitano, anche solo per curiosità: un tuffo al cuore oltre che nel passato personale e comunitario. Chi entra smarrito lo lascia poi stupito da cotanta ricchezza storica e antropologica sapientemente custodita da Giannino, l’anima e il promotore di una nuova formula turistica, quella esperienziale calata nel profondo del vissuto e della quotidianità. Davvero un sano esercizio di storia e memoria paesane.

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